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Chiesa della Beata Vergine di Loreto

La chiesetta dedicata alla Beata Vergine di Loreto è un piccolo e sorprendente segno del Barocco. Costruita alla fine del 1600 da una benestante famiglia locale come cappella privata presenta immagini che raccontano l’Assunzione della Vergine in cielo.

La chiesetta fu edificata nell’ultimo quarto del Seicento per volere di Matheus Carl von Rechbach, facoltoso soprintendente alle dogane, come cappella di famiglia, lo stemma della quale è visibile sull’arco che separa l’aula dall’abside. Internamente la costruzione presenta un’aula a pianta quadrata -cui si accede da due ingressi laterali- ed un’abside pentagonale; la parete di fondo -di fronte all’abside- ospita una piccola cantoria raggiungibile da una scala esterna la cui balaustra è tutta decorata con un “finto marmo” dalle delicate tonalità rosate.

Al centro della stessa balaustra un piccolo organo Settecentesco. Esterno è anche l’accesso al campanile, una costruzione a pianta quadrata di dimensione proporzionata all’edificio che affianca.

La chiesa è un vero piccolo gioiello barocco, unica nella Valcanale ad essere stata progettata e realizzata in tale periodo, molto trascurata durante il secolo scorso e, solo recentemente, rinata grazie ad un attento restauro che l’ha restituita all’antico splendore riportando tra l’altro alla luce gli affreschi dimenticati dell’abside, la decorazione della cantoria e di molti altri particolari, permettendo una chiara lettura dell’apparato pittorico e la possibilità di apprezzare nuovamente le delicate armonie dei colori e l’eleganza artistica che la contraddistinguono. Tutti gli arredi, così come le opere pittoriche conservate nella chiesa sono attribuibili ad artisti di scuola tedesca pur, per quanto riguarda gli affreschi stessi, con evidenti influssi derivanti dall’arte italiana.

L’interno della chiesetta ospita tre altari lignei Settecenteschi; l’altare maggiore, dedicato alla Vergine di Loreto, riccamente ornato con volute e girali in legno dorato, presenta al centro una statua della Madonna Nera con in braccio il Bambino benedicente; ai Suoi piedi due Angeli reggifiaccola che sono addossati a due colonne le quali sorreggono a propria volta un arco dorato.

Tutta l’abside è un capolavoro di illusione; per dare infatti la sensazione che lo spazio non così piccolo come è in realtà e che la costruzione architettonica non fosse semplice così come invece appare esternamente, lo sconosciuto autore degli affreschi ha realizzato al di sopra dell’altare per la Celebrazione Eucaristica una finta cupola molto elaborata, caratterizzata da costoloni e “cassettoni” contenenti rosoni dorati e sormontata da un tamburo con finestroni il cui punto prospettico è opposto rispetto a quello con cui è stata ideata la cupola stessa; espediente questo che amplifica l’illusione di grandezza ed altezza della costruzione dipinta. Per apprezzarne appieno l’invenzione si deve osservarla dal centro dell’aula.

Tutte le opere interne sono estremamente ricche e raffinate, e forse, in origine, costituivano alcuni degli elementi di uno smembrato Flügelaltar, la cui parte centrale è conservata nella chiesa Parrocchiale di Tarvisio. Di fronte alla chiesetta si trovano degli edifici risalenti al XV° secolo, i quali costituivano il nucleo storico del borgo; da metà Settecento furono dimora dell’importante famiglia Rech-bach, restaurati e ampliati. Il caseggiato principale ha una struttura piuttosto imponente, a due piani, con uno dei lati più corti adiacente alla strada; un largo cancello lo divide da un altro edificio a "L" sul lato occidentale, sul cui muro esterno sono presenti finestre con stipiti in pietra e inferriate sporgenti; è visibile anche una antica meridiana.

Ultimo aggiornamento: 16 gen 2024